Parrocchia San Vittore
Parrocchia della diocesi di Milano, la chiesa di San Vittore risulta elencata nel Liber notitiae tra le dipendenze della pieve di Locate fin dal XIII sec. La “capella” di Locate è citata anche nel 1398 tra quelle del plebato di Locate (cfr. la Notitia cleri). Dal XVI al XVIII sec. la parrocchia di San Vittore, cui era preposto il vicario foraneo di Locate (poi Pieve Emanuele) è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e delegati arcivescovili di Milano nella pieve di Locate (poi Pieve Emanuele), inserita nella regione VI della diocesi.
Verso la fine del XVIII sec., secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Vittore possedeva fondi per 87.18 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1491 (Nota 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Locate assommava a lire 2493; la nomina del titolare del beneficio spettava all’ordinario (Tabella 1781).
A partire dal 1864 il territorio della città di Locate fu suddiviso tra le due parrocchie di Sant’Alessandro e San Vittore: la località della chiesa plebana prese il nome di Pieve Emanuele, quella di San Vittore mantenne l’antico toponimo, cui venne aggiunto il gentilizio Triulzi in omaggio agli antichi feudatari del borgo.
All’epoca della prima visita pastorale del card. Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Pieve Emanuele (1898), la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 1121.82. Entro i confini della parrocchia di San Vittore esistevano la chiesa di Santa Maria della Fontana, gli oratori di San Michele arcangelo in Nesporedo, di Sant’ Andrea apostolo in Collarete, della Beata Vergine del Santissimo Rosario in Mesenterio; nella parrocchiale risultava eretta la confraternita del Santissimo Sacramento. Il numero dei parrocchiani era di 2104 (Visita Ferrari, I, Pieve di Pieve Emanuele).
Tra XIX e XX sec. la parrocchia di Locate Triulzi è sempre stata compresa nella pieve di Locate (poi Pieve Emanuele) e nel vicariato foraneo di Locate (poi Pieve Emanuele), nella regione VI, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971; sinodo 46°, cost. 326), quando è stata attribuita al decanato di Melegnano, nella zona pastorale VI di Melegnano. Dal 2020 la parrocchia è passata al Decanato di Rozzano.
Santuario S. Maria alla Fontana
Il santuario fu costruito sopra una fonte risorgiva. In origine, forse sin dal sec. XIII, era stato eretto un tabernacolo dedicato alla Madonna, sul margine della valle del Lambro, presso una fonte o risorgiva naturale. Alle acque di quel luogo dovevano essere attribuite proprietà miracolose, ma non si trova traccia documentata d’un miracolo specifico, che possa aver dato inizio alla fama del santuario.
Gran parte del territorio di Locate appartenne sin dal sec. XIV alla nobile famiglia milanese dei Trivulzio, della quale si hanno notizie sin dal 941. Nel 1277 i Trivulzio sono menzionati tra le duecento famiglie patrizie milanesi, nella Matricula Nobilium Familiarum dell’arcivescovo Ottone Visconti. Nel sec. XV i rami della casata erano diversi, insigniti di parecchie proprietà feudali. Dal 1410 in poi i Trivulzio strinsero – a più riprese – legami di parentela coi Barbiano di Belgioioso e vissero in prosperità alla corte degli Sforza, per poi passare al servizio dei re di Francia, nel periodo in cui questi rivendicavano in eredità il Ducato di Milano.
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